La genesi, la filogenesi, la sociogenesi

Per capire approfonditamente la realtà che ci circonda ed i temi ad essa correlati, creazione dell’universo, nascita della vita, sviluppo del sistema sociale, occorre preliminarmente domandarsi se questi tre capitoli abbiano o meno qualcosa in comune. Di certo sono il frutto di un processo evolutivo generale, ma è utile capire se seguono le stesse regole, la stessa strategia.

Genesi, filogenesi e sociogenesi hanno seguito le stesso percorso evolutivo? Se la risposta fosse affermativa vorrebbe significare che alla sua nascita, l’universo, già aveva in se le regole della sua costruzione e quindi possedeva tutta l’informazione, tutti i dati, mescolati al quantum di energia originaria dalla quale ha avuto inizio l’universo stesso. Avrebbero ragione anche coloro che affermano che ikn un buco nero l’informazione non si perde, ma assume una configurazione a noi sconosciuta, probabilmente la stessa che era presenta agli albori del nostro universo.

Per avvalorare la tesi di elementi in comune, ovvero di regole generali di sviluppo ed organizzazione, riferite a universo, nascita della vita e della sistema sociale, possiamo confrontare le modalità evolutive dei tre ambiti. Intuitivamente si colgono alcuni aspetti elementari comuni.

La genesi

L’universo, alla sua nascita, era formato da un ammasso di particelle elementari, in disordinato movimento, in una condizione di buio e caldo infernale. Nel volgere dei primi quattrocentomila anni queste particelle, dopo avere verificato eventuali affinità, congruenze, complementareità, hanno cominciato a creare dipoli, coppie,e poi via via strutture più pesanti fino a formare il primi atomi di idrogeno. Il seguito è noto.

Quindi riassumendo attrazione, accoppiamento, aggregazione, organizzazione elementare, organizzazione complessa.Vale per altro il principio per il quale strutture che si formano rispondono a tre criteri aggiuntivi: il primo è quello di concentrazione di energia e di informazioni, il secondo è quello di caratterizzazione peculiare, il terzo di risparmio energetico. Ogni struttura che nasce tende ad accumulare energia, informazioni, a darsi una fisonomia ad impiegare la minore quantità di energia per esistere. Si può infine ipotizzare una prospettiva di sempre maggiore influenza a partire dalle vicinanze prossime per poi espanderla ove le condizioni lo permettessero.

La filogenesi

Anche l’inizio della vita, o su altri pianeti, è iniziata nel buio ed in un caldo infernale, seguendo lo stesso paradigma. Semplici molecole hanno cominciato ad aggregarsi per formare i primi aminoacidi, le prime proteine, i primi filamenti capaci di interagire con l’ambiente, la prima cellula con una emimembrana ed infine la cellula che oggi conosciamo. Anche qui il resto è noto.

Quindi riassumendo attrazione, accoppiamento, aggregazione, organizzazione elementare, organizzazione complessa. Valgono anche qui i criteri aggiuntivi.

La sociogenesi

Pure gli albori delle vita sociale hanno precorso la stessa via. In un mondo difficile ed ostile i primi uomini hanno capito che per sopravvivere forse dovevano superare il primitivo isolamento, e se la coppia, nata da una scelta e unita dall’attrazione, destinata da subito ad assicurare la continuazione della specie, voleva avere successo nell’allevamento dei figli, di certo doveva aggregarsi ad altre coppie per facilitare i compiti. Si formarono così piccoli gruppi, difesi prima da un muro, inteso come ostacolo tra sé e gli altri, e poi da un recinto a difendere la tribù.

Quindi riassumendo attrazione, accoppiamento, aggregazione, organizzazione elementare, organizzazione complessa. I criteri aggiuntivi sono evidenti.

Regole che si ripetono così pedissequamente sono di certo parte integrante ed inscindibile del sistema, sono nate con questo, ed in questo operano, a tutti i livelli. Costituiscono la matrice fondamentale di quell’informazione che presente all’origine, viene via via inserita negli elementi complessi del sistema, che nel tempo si formano.

In questa ottica l’ontogenesi è un processo con caratteristiche del tutto differenti in quanto l’informazione utile al processo di sviluppo è già tutta compresa e non già s’inserisce raramente nelle fase di aggregazione ed organizzazione di materia fisica e della materia vivente, come pure della struttura sociale.

Quindi l’informazione che si costruisce assieme alla forma, e per usare un riferimento letterario, forma e contenuto assieme per creare un’opera d’arte come l’universo, la vita, il sistema sociale.

Nell’universo le informazioni, la conoscenza, è inglobata nelle strutture che lo popolano, dalle quasar, alle nubi di gas incandescente, dalle galassie ai buchi neri, alle stelle ai pianeti, alla materia oscura e alla sostanza oscura. Sono le leggi della fisica, sia quelle che conosciamo sia quelle che non conosciamo ancora.

La vita biologica invece ha scelto forme estremamente diverse, talora grottesche, in una varietà incredibilmente ampia, ma per incamerare le informazioni, la via scelta, unica e condivisa tra tutti gli esseri viventi, è stata quella cromosomica: ogni essere vivente porta con sé tutte le informazioni, sia quelle necessarie alla sopravvivenza, sia tutte le altre che ne hanno preceduto la comparsa. L’uomo rappresenta una via privilegiata, rispetto ad altri essere viventi, nel mantenere in vita il complesso di conoscenze, per le sue caratteristiche di adattabilità e per la capacità di propagarsi nel tempo anche a discapito di altre specie. In ogni individuo, anzi in ogni cellula di ogni uomo, vi sono tutte le informazioni di tutto ciò che è accaduto nell’universo e non solo ciò che all’uomo serve quotidianamente. Ed il cervello è oggi l’unico strumento che esiste in natura capace di leggere quella storia e quei dati.

Nelle società primitive le informazioni necessarie erano appannaggio di un solo uomo, il capo, lo stregone, che viveva al centro del villaggio, come il nucleo in una cellula. A lui il compito di conservarle, ampliarle per quanto possibile, tramandarle. Oggi interi palazzi pieni di computer assolvono lo stesso compito e la rete raccoglie nuove proposte, spinge il limite della conoscenza nel campo dell’ignoto. Un ignoto però già tutto scritto nel nostro DNA:

Sta a noi capire come leggerlo.

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